Amiche e Amici, venerdì sera, 19 ottobre, alle 20,30 al cinema “S. Amanzio” c’è un appuntamento molto importante. E’ una serata dedicata interamente a Papa Francesco con la presentazione del libro FAKE POPE di Roberto Beretta e Nello Scavo (sarà presente Roberto Beretta, uno degli autori del volume) e a seguire la proiezione del film PAPA FRANCESCO, UN UOMO DI PAROLA di Wim Wenders, uno dei registi contemporanei più celebrati. E’ un’occasione imperdibile per capire a fondo le ragioni del successo di un Papa che sta “rivoluzionando” la Chiesa cattolica. Non solo, ma anche per comprendere le pesanti accuse che gli oppositori di Bergoglio rivolgono a un Papa tanto “scomodo”.
FAKE POPE, LE FALSE NOTIZIE SU PAPA FRANCESCO
Bergoglio è il pontefice più calunniato della storia? E – se è così – per quale motivo? C’è un “complotto dietro le accuse che gli vengono scagliate contro, oppure si tratta solo della reazione di chi non sopporta un papa così innovativo? Di bugie sulla figura di papa Francesco ne girano parecchie, suscitano reazioni, ma nessuno finora le ha catalogate e investigate in modo da tracciarne un filo logico, e magari tentare di smascherare i mandanti (tra cui multinazionali, banche, guerrafondai e sacri palazzi) della “macchina del fango”. Gli autori hanno raccolto 80 delle principali accuse al Papa, in chiave di controinchiesta punto per punto: i rapporti con le dittature dell’America latina, la massoneria, il Conclave manipolato, le accuse di “eresia”, le nomine sbagliate, i rapporti con la Curia, la mediaticità, gli scandali e anche le gaffes… Senza dimenticare che le fake news sul Papa riportano al centro il tema della verità, tanto caro al cristianesimo: se la notizia è il “verbo” contemporaneo, la falsa notizia è la voce del “diavolo”. E distinguere menzogna e verità è compito di chi ancora vede nel giornalismo una missione.
PAPA FRANCESCO, UN UOMO DI PAROLA
Il lavoro di Wenders vuole essere un percorso personale con Papa Francesco e non un documentario biografico. Le idee del pontefice e il suo messaggio sono centrali grazie al materiale di archivio ma soprattutto a quattro lunghe interviste condotte nell’arco di due anni. Avvicinato dal Vaticano già nel 2013, Wim Wenders dichiara di avere avuto una completa libertà nell’elaborazione del progetto, ivi compresa quella del montaggio finale e dell’accesso all’archivio foto e video del Vaticano. Tutto ciò gli ha consentito di operare così come solo i veri Maestri sanno fare: tenendosi un passo indietro. Molti, vedendo questo documentario, potranno porsi una domanda legittima: dov’è la mano di Wenders in tutto ciò? La risposta sta nell’avere consentito alla figura di Francesco e soprattutto al suo pensiero di emergere con una semplicità che si rivela come saggezza nel leggere la contemporaneità alla luce dell’autenticità del Vangelo. Non a caso Wenders apre con le immagini di Assisi e ritorna in più occasioni sulla vita di quel rivoluzionario (parola che non bisogna temere, dice Bergoglio) di cui questo 266esimo pontefice ha assunto per la prima volta il nome. Papa Francesco, nei colloqui e nel materiale di repertorio, affronta un’ampia gamma di temi senza mai sottrarsi e facendo della chiarezza delle posizioni assunte nelle varie materie, un punto di forza. Che però non si traduce mai in chiusura o in rifiuto del dialogo. Wenders ci conferma ogni volta che la fede (come affermava un altro importante sacerdote, David Maria Turoldo) non la si propaganda ma la si vive e se la si vive si propaganda da sé.