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La violenza peggiore è “figlia” di noi genitori

In questi giorni le cronache hanno registrato due fatti di violenza gratuita e ingiustificata, tanto incredibili a credersi, quanto gravi. Ma poi, come spesso succede, c’è una “buona notizia” (la terza) a riempirci il cuore di speranza.

La prima: ragazzi uccidono un senza dimora per “noia”

VERONA, 11 GEN – È morto bruciato vivo nella vecchia auto che era divenuta la sua casa, ma chi ha appiccato il fuoco – due minorenni – pensava di fargli “solo uno scherzo”. Hanno 13 e 17 anni i due ragazzi accusati dell’omicidio del senzatetto marocchino Ahmed Fdil, 64 anni, trovato carbonizzato nella vecchia Fiat ‘Bravò la sera del 13 dicembre scorso, a Santa Maria di Zevio (Verona). Si pensò inizialmente ad un incidente, una sigaretta caduta nell’abitacolo. Non era così. Le testimonianze dei residenti, che vedevano spesso i due bulletti infastidire il ‘Baffò – com’era soprannominato Ahmed, benvoluto in paese, perchè non dava fastidio a nessuno – hanno indirizzato le indagini dei Carabinieri su una pista ben diversa. Le telecamere di sicurezza hanno fatto il resto. Prima di Natale – ma la notizia è emersa in questi giorni – gli investigatori sono andati a casa dei due ragazzini, un 17enne, e un 13enne, figli di genitori stranieri ben inseriti nella comunità. E poco alla volta hanno fatto emergere il terribile “segreto” che i due s’erano imposti di mantenere. Nessun incidente, nessun mozzicone di sigaretta, ma un omicidio. Toccherà ai giudici stabilire se preterintenzionale o volontario. È stato il 13enne a fare le prime ammissioni davanti al Pm della Procura di Verona. “Era uno scherzo, non l’abbiamo fatto apposta”, si sarebbe giustificato l’adolescente. I magistrati di Venezia dovranno accertare se la versione fornita dal 13enne sia vera. Chi ha visto i due ragazzini infastidire il senzatetto, ha raccontato che spesso gli tiravano sassi, e gli lanciavano i petardi verso la macchina. Potrebbero quindi essere stati dei botti, e non la carta, a far partire il fuoco. (ANSA)

La seconda: una coppia di genitori picchia un prof colpevole di aver rimproverato il loro figlio

SIRACUSA, 10 GEN. – Una coppia di genitori di Avola è stata denunciata dai carabinieri per aver picchiato l’insegnante di educazione fisica del loro figlio dodicenne. L’aggressione è avvenuta nella tarda mattinata di oggi nel cortile dell’istituto Vittorini di Avola dove i genitori dello studente, lui 47 anni, lei 33 anni, entrambi impiegati, si erano recati dopo essere stati contattati col cellulare dal figlio che avrebbe detto di essere stato rimproverato dal docente. La coppia ha aggredito, sotto gli occhi degli altri alunni, a calci e a pugni l’insegnante, costretto a fare ricorso alle cure dei medici dell’ospedale “Di Maria” di Avola che gli hanno riscontrato la frattura di una costola. I carabinieri  hanno avviato un’indagine e al termine degli accertamenti hanno denunciato la coppia con l’accusa di lesioni ed interruzione di pubblico servizio. (AGI)

La terza: un papà costruisce a mano una strada per fare andare i figli a scuola

Spinto dalla motivazione di dare un’educazione ai suoi figli, il venditore di frutta indiano Jalandhar Nayak, 45 anni, analfabeta, ha scavato a mano da zolle e roccia una strada di 8 chilometri che va dal suo piccolo villaggio di Gumsahi alla scuola di Phulbani. Per completare oltre la metà del percorso l’uomo ha impiegato due anni, con 8 ore di scavi quotidiani a colpi di piccone, zappa e scalpello per aggirare lo sperone di roccia che costringeva i suoi tre bambini a impiegare oltre tre ore per andare e venire dalle lezioni, in ogni condizione atmosferica. Alla fine la sua impresa è stata segnalata dalla gente del posto a un quotidiano regionale che ha trasformato Nayak in un eroe popolare e, di conseguenza, il governo lo ha premiato con uno stipendio adeguato al lavoro svolto. “I miei bambini avevano difficoltà a camminare sulle pietre – ha raccontato Nayak – Li avevo visti spesso inciampare contro le rocce”. Da qui la decisione di rimboccarsi le maniche e scavare la strada attraverso le colline.

Ci aspetta un compito educativo immane: dare noi, genitori, il buon esempio

Le tre notizie offrono uno spaccato, nel bene e nel male, di quello che possono essere i nostri figli oggi: crudeli e spietati senza rendersene conto (perché forse non ci sono genitori che hanno educato le loro coscienze), viziati “figli di papà” (che usano i genitori come killer al soldo di un boss mafioso), e poveri ragazzi il cui unico sogno è quello di andare a scuola (e poter imparare a leggere e scrivere). Grazie all’impresa eroica di un padre, Nayak, che resterà sempre nei loro cuori (e che a noi, al solo pensiero, mette i brividi…). Probabilmente Nayak non sa nulla di Barbiana, ma don Lorenzo sarebbe orgoglioso di lui (e dei suoi figli).