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Anche a Sanremo qualcosa di buono

E’ un paradosso, ma anche nella superficialità della kermesse canora si possono manifestare perle di bellezza

“Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. La vita è fatta di dodici stanze: nell’ultima, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi”. La presenza di Ezio Bosso (torinese, compositore e direttore d’orchestra) sul palco del Festival di Sanremo è stata davvero una fortuna.
Il momento di Bosso è di quelli che rimane. Le lacrime dell’orchestra, lo stupore in sala e la commozione a casa. Nessuno si aspettava una sopresa del genere in un contesto spesso caratterizzato dall’effimero e dal sensazionalismo. Rimarranno nella memoria alcune “massime” che l’artista ha pronunciato con una spontaneità emozionante.

“La musica, come la vita, si può fare solo insieme” ci ha ricordato come se fosse una regola da conservare.

“La musica è magia, non a caso chi dirige un’orchestra ha la bacchetta”.

E poi quella dignità di affrontare la malattia (la SLA) con il sorriso, con la grinta, con la forza della speranza. Una magia appunto, inaspettata e fortemente delicata.
E il pianoforte: note che sono giunte direttamente al cuore di ciascuno, tempo sospeso e magia assoluta.